Strumenti di controllo? Cosa sono?

 

Collari, guinzagli, pettorine, lunghine, museruole e tutto ciò che può essere messo sul corpo del cane, che ne influenza il movimento. Già la scelta che facciamo della tipologia, materiale, dimensione, lunghezza, flessibilità di tali strumenti ci parla di come ci approcciamo al cane.

Attenzione: non esistono strumenti “giusti” o strumenti “sbagliati”. Innanzitutto perché ogni individuo umano sceglie in base alla propria realtà, sicurezza, ideologia, competenza e tutto ciò che interviene a determinare una scelta. E poi perché ogni cane ha risposte diverse, date dalla sua storia e dalla storia di quel binomio.

Certo è che rispetto e benessere sarebbe auspicabile fossero i primi parametri da rispettare nella scelta. Ma … rispetto e benessere che significato hanno?

Questione di consapevolezza

 

Gli strumenti di controllo ci permettono di avere tutta una serie di sicurezze che esistono senza che ne siamo consapevoli. E tutti ci sentiamo “bene” quando ci sentiamo “sicuri”.

Le difficoltà che insorgono nel camminare insieme (cani che tirano al guinzaglio, persone che tirano il guinzaglio), nello stare liberi (cani che scappano, persone che urlano), nel relazionarsi ad altri (cani che abbaiano ad altri cani, proprietari che inveiscono contro altri proprietari) ed altre, sono tutte connesse non tanto all’uso (o non uso) degli strumenti di controllo quanto al motivo per cui li utilizziamo (o non li utilizziamo).

Non ci fermiamo a riflettere su tali aspetti ma gli strumenti di controllo ci servono principalmente per rispondere a delle necessità. Ma quali sono veramente?

Spesso ad esempio tiriamo il guinzaglio del nostro cane anziché richiamarlo verso di noi non tanto perché abbiamo reale bisogno di spostarlo ma perché abbiamo paura; paura che disturbi, paura che possa farsi del male. Oppure perché non ci fidiamo, del cane e/o di noi stessi.

Il punto è che finché non cambiamo il nostro modo di rispondere a quei bisogni, finché non li riconosciamo innanzitutto, non cambieranno le nostre azioni né cambierà la nostra comunicazione e relazione col cane. Va da sé che il nostro cane continuerà a risponderci nello stesso modo.

Ecco come si resta intrappolati nel risultato di tutto questo ovvero in tutti quei comportamenti disfunzionali che non ci piacciono e ci creano nervosismo, malessere, insicurezza, ma essendo inconsapevoli di ciò che li genera non riusciamo a modificare.

 

Direzione, azione, emozione

 

Nell’utilizzare gli strumenti di controllo possono esserci molte motivazioni diverse, che rispondono a dei bisogni diversi. Sia dell’umano che del cane. Ovviamente essendo le persone a scegliere tali strumenti e a insegnare al cane ad usarli (ebbene sì, glielo insegnamo noi, anche quando non abbiamo idea di cosa stiamo facendo) è più alta la percentuale di comportamenti inappropriati a carico della parte umana del binomio. Tutta questione di conoscenza.

Provate a riflettere, quale motivazione è più frequente nell’utilizzo che fate degli strumenti di controllo? Tra le più diffuse:

  • Paura che il cane si faccia male
  • Paura che il cane possa far del male o dar fastidio ad altri, cani o persone
  • Paura che il cane faccia danni
  • Paura di essere criticati per il comportamento del cane
  • Paura o convinzione che il cane non sia in grado di cavarsela da solo
  • Convinzione che il cane non capisca come comportarsi
  • Convinzione che il cane debba essere guidato in ciò che fa
  • Convinzione che il cane debba essere gestito
  • Necessità di avere sotto controllo il cane in ogni situazione

Ogni individuo, persona e cane che sia, ha il proprio vissuto della realtà e non potrà cambiare nulla a meno che non acquisisca competenza attraverso l’esperienza.

Il punto è anche un altro: continuiamo a utilizzare gli strumenti anziché affrontare le situazioni di difficoltà, ovvero anziché renderci competenti e sicuri nel vivere ciò che le genera.

Ricordiamoci che siamo noi ad inserire il cane nella nostra realtà, nella società fatta a misura d’uomo, per cui è nostra responsabilità spiegargli come viverci. Tenendo conto che i cani hanno canali comunicativi, valori e bisogni molto simili ai nostri ma sono anche molto diversi nell’esprimerli e soddisfarli.

Osservare e provare a farsi qualche domanda

Si parla spesso di emozioni e relazione col cane. L’argomento sembra ostico e difficile ma nella pratica è più semplice di quel che si pensa: occorre osservare cosa facciamo e farsi qualche domanda per capire quali messaggi ed emozioni stiamo trasmettendo al cane e quali lui/lei trasmette a noi.

Nelle situazioni in cui usiamo il guinzaglio, o non lo usiamo, o ogni volta che incontriamo un altro cane, proviamo a chiederci “di cosa ho bisogno?”, qual è la cosa che voglio (badate bene, “che voglio” e non “che non voglio”).

Cosa voglio essere sicuro di ottenere, di vedere, di vivere?

La soluzione non è nella risposta che vi darete quindi non cercate risposte, semplicemente fatevi delle domande; perché per lo stesso funzionamento della nostra mente il portare attenzione alle nostre motivazioni cambia automaticamente le nostre azioni.

Se vogliamo cambiare qualcosa nella relazione col cane, nostra o stimolare un cambiamento per altri individui, occorre partire dal portare attenzione al perché delle scelte e dal fare esperienza. Criticare o disquisire di strumenti porta spesso solo a chiudersi e rafforzare le proprie convinzioni perché tutti abbiamo bisogno principalmente di sentirci in grado di vivere una situazione. 

Puntiamo sul darci la possibilità di acquisire sicurezza, sia in noi stessi sia data dalla fiducia riposta nel nostro cane, più che sull’utilizzo di strumenti. Molti dei quali ci creano delle difficoltà perché sono estranei al naturale modo di relazionarci sia umano che canino: portiamo altri umani in giro al guinzaglio? Mamma cagna usa il guinzaglio? Questo ci dice che abbiamo tutte le potenzialità per comunicare senza mediazione di strumenti; li useremo poi, nel rispetto delle leggi e degli spazi degli altri, per ciò che sono: elementi di convivenza sociale (non di comunicazione relazionale).

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