
Durante l’estate, precisamente dal 10 giugno fino al 5 settembre, io e Loretta Salusti abbiamo seguito un progetto dedicato agli ospiti della struttura “Piccola Casa della Divina Provvidenza” di Pisa, altrimenti conosciuta come Cottolengo. Gli ospiti sono anziani con varie difficoltà psicomotorie; ciò non toglie che siano individui che sentono, vivono, percepiscono, si relazionano, ciascuno con un suo modo tutto speciale. Vite vissute, giornate che passano spesso fin troppo uguali.
Protagonisti
A contattarci è stata la loro educatrice/animatrice Fabiana, una persona eccezionale che da sola si occupa degli 80 ospiti, coordina le ragazze del servizio civile e mai che le mancasse il sorriso e una parola buona per tutti. Sa osservare, sa vedere, molto oltre le apparenze, sa creare e sa mettere da parte tutto ciò che non serve per essere lì, presenti, in quel momento, per quegli ospiti speciali.
Loretta è una grande amica, un’educatrice cinofila, un’operatrice IAA ( Pet therapy ) riconosciuta dal Ministero della Salute e un’istruttrice in supporto alla disabilità motoria mediante l’aiuto del cane.
Con noi ci sono stati vari aiutanti e colleghi che hanno portato la loro capacità di connettersi, collaborare, rilassarsi e rilassare, divertire: Madamadorè, Swan, Gioia, Paglia, Marley e Darwin.
I nostri appuntamenti sono stati ogni lunedì e giovedì pomeriggio, viaggiare col caldo non è stato simpatico talvolta ma sempre siamo andate e tornate col sorriso e la gratitudine di poter vivere questa esperienza.
Ieri è stato l’ultimo, triste un po’ per tutti, giorno. Loretta, che è bravissima anche a scrivere, ha scritto la relazione finale. Ed è con questa che condivido la nostra esperienza.

Chissà che ci aspetta …
” In fase di programmazione, non conoscendo ancora l’ambiente e i destinatari, non solo in termini personali, ma anche di patologie, il nostro intento è stato quello di portare compagnia, di cambiare parte delle loro giornate, stimolando interessi e portando novità attraverso la presenza del cane.
Non ci piace “ usare” il cane, come se bastasse programmarlo, per renderlo utile all’attività, e riteniamo che le doti di empatia e le potenzialità dei cani che ci accompagnano siano già di valente aiuto. Il loro mettersi a disposizione ha un forte effetto osmotico sulle persone e stimola soprattutto nell’anziano, emozioni positive come gioia, serenità e buonumore. Proprio in virtù di questo, i cani presenti ad ogni incontro hanno avuto la possibilità d’interagire con gli ospiti della struttura a loro piacimento, nel rispetto della disponibilità degli uni e degli altri.
E’ stato bello osservare, ancora una volta, quanto siano rispettosi ed empatici, e come ogni volta sapessero da soli dove dirigersi e dove insistere a cercare uno scambio di sguardi.
Una grande avventura
Ci siamo sempre incontrati nel giardino a disposizione della struttura, una bella zona verde ed in ombra che ci ha accolto nelle calde giornate estive, tranne una volta, che il tempo non lo permetteva e siamo rimasti all’interno, nel grande androne. Decisamente la posizione all’esterno è stata più favorevole per tutte le attività proposte. Ad ogni giornata abbiamo incontrato dai 15 ai 30 ospiti.
Abbiamo presentato i nostri cani, insegnato dove a loro piace o no essere toccati, parlando dei loro bisogni e del nostro pensiero su “addestramento”.
Abbiamo insistito molto sul gioco, proponendoci di farli interagire di più tra loro, abbiamo notato da subito che molti di loro non si conoscevano per nome. Con il passare del tempo, molti si chiamavano hanno iniziato a farlo, a chiamarsi per nome.
Abbiamo fatto ginnastica, semplicemente restando tutti attaccati al filo di lana e nessuno si è tirato indietro. Abbiamo giocato con gli hulahop e li abbiamo visti sorridere e ridere come bambini.
Abbiamo cantato e proposto attività di braingym, aiutandoci con palline o con un semplice filo di lana, e in ultimo con il paracadute ludico, che hanno tutti particolarmente gradito.
Si è giocato con il canestro da basket, facendo vedere prima il cane che prende la palla e fa canestro e stimolando loro a fare altrettanto. Quanto impegno hanno messo in quei tiri!
E in uno degli ultimi incontri, abbiamo provato a racchiudere tutte le nostre paure dentro ad un palloncino, per poi dargli la via e farle svanire tutte…
Le relazioni si costruiscono vivendole
E soprattutto abbiamo costruito una relazione, ci siamo interessati del loro umore e del loro stato di salute ogni volta che siamo arrivati, ci siamo fermati ad ascoltare ogni volta che qualcuno aveva voglia di raccontare, anche quando i discorsi non filavano del tutto.
Non siamo mai andate via, prima che l’ultimo ospite facesse ritorno nella propria camera, per non spezzare la magia di quel darsi a vicenda.
Non ci siamo accontentati di osservare da fuori, siamo entrati nel loro mondo, fatto di cose semplici e di qualche ricordo.
Anime speciali, individui unici
E porteremo con noi il ricordo di Lorenzo, che qualche volta ha disertato, ma quando abbiamo chiesto di lui, magicamente arrivava, e quel giorno che gli abbiamo detto di esserci accorti della sua assenza, ha detto “ Grazie”. Abbiamo pensato spesso a come coinvolgerlo di più, lui parla poco, ma cerca il contatto visivo e lo mantiene, e gli occhi a volte, dicono più delle parole.
E di Annamaria, che continuava a chiamarci per quel treno che doveva prendere, o quell’impegno inderogabile per cui si scusava di non poter restare…
E che dire di Lanfranca? Totalmente assente le prime volte, mentre via via che si succedevano gli incontri, dimostrava di riconoscerci e una volta è rimasta in contatto visivo con Swan a lungo e con Paglia riconoscendola come “cane” ha chiesto di accarezzarla…
E Nada, che spesso era così presente! Finchè non la trovavi tutta intenta a strusciare quel vestito come per fare il bucato, o attenta a quella porta al di là del giardino, perché qualcuno stava entrando in casa sua…
E Eugenio, il professore, che ricordava bene i giorni che c’erano i cani e ci diceva “ Gliel’ho detto di fare presto a portarmi, che c’erano i cani…” Tante volte ci ha stretto le mani e detto “Grazie!”
E Rosetta, che in quel suo cantilenare aveva sempre parole affettuose per tutti i cani, li chiamava con un cenno della mano come fanno i bimbi, e si stupiva sempre ogni volta che facevano qualcosa come dare la zampa o battere il 5…
E Sirio, che sembrava un po’ intimorito dai cani, si è fatto convincere ad accarezzarli solo una volta ma li ha sempre osservati e talvolta sorrideva guardandoli …
E Lorena, presenza silenziosa, ma costante, arrivava e se ne andava senza quasi esser notata, ma c’era sempre…
E Josè, all’inizio taciturna, se ne restava quasi in disparte, dopo pochi incontri, non rinunciava a partecipare nemmeno durante le visite della figlia…
Il nostro grande Gigi, il più attivo di tutti, attratto da tutti i cani, ha chiesto sempre una foto con loro per farla vedere al fratello quando fosse venuto a trovarlo…
E Lidania, che ci ha raccontato con lucidità, la sua vita di contadina e boscaiola, con un misto di nostalgia e orgoglio…che belle e contagiose le sue risate!
E Teresa, che conosce a memoria ogni canzone che abbiamo proposto, e quanto le piace cantare, e quanto è stata propositiva con ogni attività fatta…
E Nello, con la sua parlata incomprensibile a momenti, ma che quando gli chiedevi “come stai?” rispondeva sempre “ Bene, io sto bene, te?” e quanto si è divertito il giorno degli hulahop, come rideva!
E Enzo, quanto ha riso quel giorno che abbiamo giocato con le palline dentro al paracadute! Ha riso, di quella risata spontanea, di pancia, quella che viene così bene solo ai bambini…
E Vito, che si è acceso quando per caso abbiamo ricordato la sua carriera di calciatore, da quel giorno ne abbiamo sempre fatto cenno e, stimolato a giocare con la palla, gli si illuminava lo sguardo e sorrideva…
E Massimo, traballante, tanto che ogni volta che si spostava temevo potesse cadere, ma con tanta voglia di essere ascoltato e di stare per un po’ al centro dell’attenzione.
E Gino, silenzioso e attento, sembrava non partecipare alle attività ma ricordava ogni cosa, rideva se lo chiamavi dicendo “che fai, non batti le mani con noi?”; ci ha confessato in un momento di cui siamo rimasti soli che quelle due dita che ha perso al lavoro le rimpiange ancora ma è soddisfatto per la scoperta che ha conseguito la loro perdita …
E quando abbiamo fatto i lavoretti, dalla costruzione del cagnolino, al braccialetto con i pom pom … Che soddisfazione vedere il loro impegno! Ognuna li ha personalizzati a proprio gusto, anche con un po’ d’aiuto e ne sono state cosi orgogliose…
Maria Grazia, basta poco a farla sorridere, basta guardarla negli occhi, Diva anche con le mani deformate, che non consentono una buona presa, si è impegnata tanto e alla fine ringraziandoci, ce lo voleva regalare…
E Maria Rita, all’inizio un po’ scorbutica, sembrava avercela col mondo intero, sempre a testa bassa, è diventata la fan numero uno dei cani, “ Bello il mio amore!” diceva rivolgendosi a loro. E il braccialetto fatto con i pom pom lo conservava come un bene prezioso…l’ultima volta lo aveva ancora al polso e quando gliel’ho fatto notare, ha detto “ Ci sto attenta io, eh!”
E Lucia, che ogni volta ci chiamava dicendo “ Quando vengo a casa tua?” o “ Mi porti a fare una giratina?” e che un paio di volte abbracciandomi mi ha cullata cantando una ninna nanna.
E Antonina, all’inizio un po’ titubante, anche con i cani se le si avvicinavano troppo, è diventata una delle più assidue, soprattutto se si cantava e le è piaciuto tanto il nostro mantra della risata “ Molto bene, molto bene, yeah!” che lo proponeva anche quando non ci stavamo pensando…
E Antonia, l’ultima inserita che sembra scocciata da tutti, “ quello è cattivo!” “ Lei m’ha picchiato…” “ Ora viene anche quella a rompe…” ma quando parla di noi ha sempre una parola gentile…
Qualcuno lo abbiamo perso per strada per motivi di salute (Annamaria), ma porteremo nel cuore quella frase detta dai primi giorni “ Chi l’avrebbe detto, che a quest’età avrei trovato amiche cosi…”
E allora, arrivederci Amici, vi porteremo nel cuore, finché non ci rincontreremo…
Un Grazie anche a tutte le volontarie che sono state presenti ai nostri incontri, e uno ancora più grande a Fabiana, che ha creduto nel nostro lavoro e ci ha dato fiducia. “
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